Quanto può comunicare una fotografia?

Me lo sono sempre chiesta. Sarà che fin da bambina rimanevo affascinata nel vedere queste piccole scatolette in grado di produrre un’immagine o che mi ha sempre fatto impazzire l’idea di poter congelare un preciso attimo con una foto, ma io credo che la fotografia sia una forma d’arte e in quanto tale abbiamo moltissimo da comunicare.

Spesso, senza nemmeno rendercene conto, ricordiamo un particolare avvenimento perché nella nostra mente abbiamo uno specifico fotogramma riconducibile all’accaduto. Si tratta della fatidica memoria fotografica che tanto si sente nominare quando si parla di studio e tecniche di memorizzazione. Alcuni sentono di averla molto sviluppata in maniera innata, altri sono convinti che la memoria per immagini non sia proprio cosa loro, ma la verità è che un po’ di memoria fotografia è presente in ognuno di noi, tutto sta nel saperla coltivare e farla crescere nel modo giusto.

In questa rubrica cercheremo di fare proprio questo: nutrire la nostra memoria in relazione alle immagini, abituandoci a raccontare e ricordare storie attraverso le foto. Una volta al mese proverò a raccontarvi una storia Tenace partendo proprio da uno o più scatti, perché la fotografia è una forma d’arte e in quanto tale ha sempre qualcosa da trasmettere, non dimentichiamolo.

A partire dal prossimo articolo ci occuperemo di una singola storia, oggi invece, per non tediarvi troppo dopo un’introduzione leggermente lunga ma necessaria e al tempo stesso non lasciarvi senza immagini, mi concentrerò su un’unica foto. Si tratta di uno scatto famoso, uno scatto simbolo di un momento che cambia il corso della storia, uno scatto presente nella memoria fotografica di tanti, ma di cui spesso non si conosce la reale vicenda.

V-J Day a Time Square:

https://ilfotografo.it/news/alfred-eisenstaedt-il-bacio-piu-famoso-della-storia/

Se questa fotografia si trovasse sulla copertina di un libro verrebbe da dire che si è in procinto di leggere una storia d’amore tra un marinaio e un’infermiera, ma come ci hanno insegnato, non si giudica un libro dalla copertina e anche nel caso di questa fotografia è sbagliato farlo. Questo scatto, apparentemente semplice e casuale, è in realtà un libro che racchiude all’interno una storia ben più profonda di una relazione tra due personaggi.

L’immagine è stata scattata dal fotografo Alfred Eisenstaedt il 14 agosto 1945 a Time Square. Il Giappone aveva appena annunciato la resa e, come si può vedere nello sfondo, centinaia di persone si riversarono in strada per festeggiare la fine della Seconda Guerra Mondiale. Tra la folla Eisenstaedt nota un uomo in particolare: un marinaio che, preso dall’euforia, è intento a baciare tutte le donne che gli capitassero a tiro. Il fotografo, scorge il ragazzo mentre sta baciando appassionatamente un’infermiera e decide di fissare per sempre quel momento nella storia attraverso uno scatto. La fotografia venne pubblicata il giorno successive su LIFE e divenne da subito il simbolo della fine del secondo conflitto mondiale.

Quanto si può nascondere dietro alla foto di un semplice bacio? Se siete curiosi e volete conoscere altre storie come queste vi aspetto domenica 30 settembre, sempre qui, con un nuovo articolo.

Vi lascio con il suggerimento di visitare la pagina di LIFE dedicata ad Eisenstaedt (https://www.life.com/tag/alfred-eisenstaedt/) e il consiglio di scattare foto che possano raccontare storie Tenaci.

Immortalate storie e raccontate Tenacia.
Al prossimo caffè fotografico.

Buona giornata.