Le nostre produzioni sono al momento solo teatrali. In futuro diventeranno anche cinematografiche.
Il teatro non è mai solo individualità.
Che tu sia autore, regista, attore o che interpreti più ruoli contemporaneamente, è un’arte che vive e respira attraverso la collaborazione. Fin dal mio esordio, ho condiviso il percorso con Filippo Borgia, responsabile del suono e delle luci di ogni mio monologo, e con Alice Ponti, delle volte coautrice, altre assistente alla regia, sempre fotografa di scena.
Insieme, abbiamo fondato la nostra casa di produzione: Rise Up, perché si evolve. Si evolve sempre.
Dal 10 luglio 2024, tutti i nostri lavori teatrali e artistiche — e presto anche cinematografiche — portano dunque la firma Rise Up.
Il nostro teatro, che oggi si avvale della collaborazione di professionist* provenienti da tutta Europa, nasce dall’esperienza dei monologhi e del metodo sperimentale che alterna improvvisazione disciplinata a studio meticoloso del copione e affonda le radici nella Testimonianza, accolta con Empatia e Rispetto. Il fulcro di ogni produzione è la Parola, il mezzo più potente che un autore e un attore possano impugnare, capace di dare corpo e anima a ogni storia.
La nostra missione, ora come allora, è chiara: portare Consapevolezza.
Ogni monologo e ogni prosa che mettiamo in scena non è solo teatro, ma il frutto di un’analisi culturale, politica e sociale, un’espressione della complessità umana e di una pluralità di voci. Abbiamo rispetto per i classici, che abbiamo studiato, ma in scena portiamo la nostra scrittura nella speranza che un giorno abbia, proprio come i classici, la capacità di essere al contempo memoria e luce per dipanare il buio dell’attualità.
In altre parole: vogliamo creare uno spazio di riflessione profonda, dove chi ascolta possa riconoscersi e, forse, trasformarsi.
Rise Up non è solo una casa di produzione. È un invito a guardare oltre, a esplorare nuove prospettive e a costruire insieme un dialogo che sia sempre autentico e aperto al cambiamento.
Ago & Filo

Ago & Filo
Arturo e Sofia, padre e figlia, vivono in equilibrio precario, legati da fili sottili che il dolore ha reso tesi. Dopo la morte della madre, la casa è cambiata: si è svuotata di parole e riempita di silenzi.
Arturo intraprende una relazione occasionale con Elettra, sorella maggiore della migliore amica di sua figlia. Quando Sofia scopre il segreto, la quotidianità si lacera.
Nel tentativo di ricucire ciò che sembra perduto, emergono rabbie sopite, carezze in ritardo, parole nuove. Ago & Filo è il racconto intimo e affilato di un amore imperfetto, che inciampa ma resiste. Un padre e una figlia si trovano costretti a reinventarsi, diventando adulti insieme.
Un’opera delicata e sincera sull’essere genitori, figli, e sul coraggio di riallacciare un legame quando sembra ormai destinato a sfilarsi.
Un lavoro di precisione emotiva, che racconta l’intimità del lutto con tenacia e pudore e la trasformazione dei legami familiari con delicatezza e misura.
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Denise Cimino, Perla Maccari e Rachele Cerami
Audio e luci di Filippo Borgia
24/10/2025 o 25/10/2025 – Milano
08/05/2026 o 09/05/2026 – Novara
Mary Lou
Grace vive chiusa in una stanza. Forse è una clinica, forse un sogno. Forse è solo la sua mente.
Attorno a lei si muovono presenze ambigue: Giada e Greta, complici e spettatrici; Louis, un amore perduto e onnipresente, che definisce Grace più di quanto la completi; lo psichiatra, figura di cura o di inganno.
I confini tra realtà e immaginazione si sfaldano, e ogni dialogo è un riflesso deformato: Mary Lou è un viaggio allucinato tra trauma e oblio, dolore e desiderio, dove tempo e identità implodono e la narrazione si piega su se stessa.
Il mondo non crolla: è il fragile equilibrio interiore di una donna a cedere.
Un dramma psichico ed erotico dove corpo e memoria si fondono in un’allucinazione scenica lucida e vertiginosa.
Una partitura teatrale sospesa tra sogno e delirio, dove la scena diventa un organismo mentale, tra voce, carne, incubi.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Antonio Roma, Arianna Scotti, Fabiana Iannicelli, Rebecca Konate
Audio e luci di Filippo Borgia
14/11/2025 – Milano
12/12/2025 o 13/12/2025 – Novara
Mary Lou

Nebbia

Nebbia
Nebbia è un monologo a due voci che attraversa l’Alzheimer con pudore e poesia. Da un lato, chi si perde. Dall’altro, chi resta.
Ma l’affetto – anche se dimenticato – continua a esistere.
Tra frammenti di lucidità, gesti ripetuti e silenzi carichi di attesa, prende forma un racconto intimo e universale. La scena si fa abbraccio, il teatro diventa rifugio. In un tempo che ha fretta, Nebbia invita a rallentare, a riconoscere l’umanità nei vuoti, nei piccoli atti di cura.
Un testo intenso, minimale, profondo, che trova nella sottrazione la sua forza scenica, capace di accendere empatia là dove la luce sembra spegnersi.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Aiuto regia di Alessandro Carfagna
Con Fabrizio Bruno e Marta Massucco
Audio e luci di Filippo Borgia
19/09/2025 o 20/09/2025 – Novara
16/11/2025 – Milano
Corpi
L’arrivo di Valentina, ex allieva inquieta di Vittoria, accende un gioco mentale e fisico che spezza ogni equilibrio. Iris, attrice idealizzata, incarna il desiderio e la competizione. Giacomo, attore invisibile, sogna di essere visto.
Tutto si frammenta: corpi, identità, affetti. Tra narcisismi, tradimenti, relazioni consumate e consumanti, si disegna il ritratto di una società dove l’amore è sostituito dal desiderio e i sentimenti sono merci.
Il confronto finale, come uno specchio infranto, rivela verità inconfessabili.
Un dramma intimo e carnale sulla vulnerabilità, l’ambizione e la fine dell’amore come lo conoscevamo.
Una drammaturgia contemporanea che alterna realismo e tensione sensuale, con un impianto visivo ispirato al linguaggio cinematografico.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Adattamento a cura di Antonio Roma
con la collaborazione di Alessandro Carfagna, Denisa Dracea e Sofia Visaggio
Aiuto regia di Alessandro Carfagna
Con Alessandro Carfagna, Alice Diamanti, Antonio Roma, Lorenzo Biagiotti, Lara Camparo, Linda Caterina Fornari
Audio e luci di Filippo Borgia
10/10/2025 – Milano
11/10/2025 – Milano
12/10/2025 – Milano
14/10/2025 – Roma
15/10/2025 – Roma
Corpi

Mamma mi voleva professore

Mamma mi voleva professore
Attraverso una narrazione lucida e intensa, il protagonista ripercorre sogni sfiorati, occasioni mancate, porte chiuse. Non solo da parte di chi dell’arte non sa che farsene, ma anche da un ambiente culturale pigro, appagato, che guarda alla novità con sospetto.
Tra sarcasmo e delicatezza, prende forma il ritratto di un uomo che sceglie l’incertezza dei sogni all’inerzia della sicurezza, inseguendo un’utopia fatta di parole e bellezza.
La guerra in Bosnia, le delusioni artistiche, la tenacia del ricominciare: ogni aneddoto diventa un atto di resistenza, una dichiarazione d’amore per l’arte come unica verità possibile.
Un dialogo a due voci, poetico e civile, che afferma con forza il potere salvifico della memoria e della bellezza fragile – mai sterile – dell’arte.
Un racconto scenico che alterna confessione e invettiva, affidandosi alla sola forza della parola.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Alessandro Carfagna
Con Antonio Roma e Vera Clemente
Audio e luci di Filippo Borgia
15/11/2025 – Milano
Beatnik
A Milano, il Beatnik non è solo un ristorante: è un confessionale laico, un rifugio erotico e disperato dove anime stanche si sfiorano senza salvarsi.
Bruno è pieno di debiti. Fran è incinta. Federico insegna letteratura, la moglie lo ha lasciato e vorrebbe fare coming out con i suoi amici, ma ha paura di come la prenderebbero. Bea desidera chi – e ciò – che non può avere. Viola è sempre di buonumore, ma si imbottisce di pillole. Sta con Rocco, che ha rinunciato al tempo indeterminato per inseguire la musica, e la tradisce con Sole, che ha il cancro e aspetta una chiamata che non arriva mai.
Sono corpi in bilico, legati da fili invisibili, che si toccano, si feriscono, si amano senza redenzione.
Un racconto teatrale corale e crudele, dove la fragilità è linguaggio comune e il desiderio è una forma di resistenza.
Beatnik è l’affresco dolente di chi resta mentre il mondo si sbriciola.
Regia di Antonio Roma
Aiuto regia di Linda Caterina Fornari
Con Alessandro Carfagna, Antonio Roma, Alexandra Lazazzera, Davide Cioci, Fabiana Iannicelli, Fabrizio Bruno, Sofia Luna Vittoria Quattrocchi, Vera Clemente
Audio e luci di Filippo Borgia
30/01/2026 – Milano
20/02/2026 – Novara
Beatnik

Il Gabbiano

Il Gabbiano
A Milano succede che si inciampi nel desiderio e ci si ritrovi soli. Non per colpa. Solo per struttura. Un gruppo di persone prova a tenersi. Non ci riesce. Si rincorrono, si evitano, si amano male. Uno scrive. Un altro beve. Una si dà. Un’altra finge. In mezzo, il teatro. Che qui non è vocazione, ma bisogno di sopravvivenza. C’è un giovane autore che si è convinto di dover cambiare tutto. Ma scrive battute che non reggono. Vuole sovvertire il teatro, ma più di tutto vorrebbe che sua madre lo guardasse come si guarda qualcosa che si ama. Lei è un’ex attrice famosa. Vive in bilico tra la realtà e il personaggio. Recita anche mentre si sciacqua il viso. Non lo ascolta più da anni. Lui lo sa. Non glielo rinfaccia. Però scrive. E ogni frase è un modo per chiederle scusa, o per chiederle di restare. Una ragazza arriva a Milano con un sogno che si consuma in una stanza d’appoggio e qualche turno al bar. Vuole recitare. Si innamora. Il resto non conta. Ma poi scopre che non basta. Che per sopravvivere servono anche i soldi. E qualcuno che ti dica: vai bene così. Lei non ce l’ha. Un uomo che un tempo riempiva i teatri ora fuma seduto su un divano di velluto. Il suo volto lo ricordano in pochi. Le sue battute, nemmeno. Parla poco. Dorme male. Quando qualcuno lo chiama “maestro”, non risponde. Milano è il vero personaggio. Non ti guarda mai negli occhi, ma ti valuta. È fredda anche quando c’è il sole. Ti offre possibilità che non sai mai se meritarti. E se provi a confidarle qualcosa, ti restituisce silenzio. In fondo a tutto questo, sui Navigli, c’è un gabbiano morto. Non lo nota nessuno. Sta lì da giorni. Nel corpo gonfio e molle c’è qualcosa che riguarda tutti. Ma nessuno ha il tempo di fermarsi. E così, ogni illusione finisce lì. A galleggiare piano nell’acqua sporca, tra i mozziconi e le birre vuote. Non è tragedia. È solo quello che resta. Riscrittura ambiziosa, contemporanea e potente del classico di Anton Čechov.
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Antonio Roma, Fabrizio Bruno, Lara Camparo, Sofia Luna Vittoria Quattrocchi, Vera Clemente
Audio e luci di Filippo Borgia
06/02/2026 o 07/02/2026 – Novara
Casting Il Gabbiano
- 2 ruoli femminili di età scenica compresa tra i 35 e i 45 anni.
- 2 ruoli femminili di età scenica compresa tra i 18 e i 25 anni.
- 1 ruolo maschile di età scenica compresa tra i 18 e i 25 anni.
- 1 ruolo maschile di età compresa tra i 25 e i 35 anni.
- 2 ruoli maschili di età scenica compresa tra i 35 e i 45 anni.
residenti o domiciliati in Lombardia o Piemonte o comunque con un appoggio su Novara e Milano.
Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo in italiano
Verranno ricontattati solo i profili ritenuti idonei.
Scadenza per invio candidature: 08 giugno, con convocazione per audizione live il 16 giugno.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
La stanza nel vento
C’è una casa abbandonata, in cima a un paese del Sud che sembra sul punto di franare nel mare. Un paese che odora di salmastro, ginestre e superstizione. La casa è nuda, sbrecciata, bellissima. E viva. L’ha ereditata Enea da un nonno che parlava poco, ma che faceva le marmellate di fico. Il vento entra sempre. Non bussa. Si infila sotto le porte, passa attraverso le fessure. Sa di resina e passato. E invade tutto, anche i pensieri. Enea arriva con le spalle piegate e lo stomaco vuoto. Ha fallito. Il suo debutto teatrale a Milano è stato un disastro. E con lui, è crollato tutto: la compagnia, i sogni. Ma se crolla tutto, almeno ci si tiene. Non per amore, ma per fame di corpi vicini. Non hanno un piano. Solo una stufa rotta da sistemare e un’idea sgangherata: fare una residenza artistica, anche se l’unica cosa certa è che manca l’acqua calda. Cucinano male, ma insieme. Fumano troppo. Litigano, si sfiorano, si prendono, si mollano. Fanno l’amore nei posti sbagliati. Sotto le finestre spalancate. Tra le scope. E poi provano, con le crepe della casa che diventano coreografie e i silenzi si trasformano in battute. I fallimenti, in scene madri urlate con le vene gonfie. Le notti non finiscono mai. Si srotolano come lenzuola stese sui fili arrugginiti, bagnate di sudore e malinconia. È un’estate che sa di mirto, ricordi e ferite, in cui la vita diventa un atto performativo. L’arte, l’ultima speranza di avere una vita. È un affresco erotico, emotivo, stropicciato. Dove ogni gesto è memoria. E ogni voce, un modo per dire: io sono ancora qui.
Regia di Antonio Roma
Audio e luci di Filippo Borgia
13/03/2026 o 14/03/2026 – Milano
27/03/2026 – Roma
28/03/2026 – Roma
Casting La stanza nel vento
Cerchiamo 1 ruolo femminile di età scenica compresa tra i 18 e i 22 anni, residente o domiciliato in Lombardia o Piemonte o comunque con un appoggio su Novara e Milano.
Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo
Verranno ricontattati solo i profili ritenuti idonei.
Scadenza per invio candidature: 08 giugno, con convocazione per audizione live il 16 giugno.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
La stanza nel vento

Antigone

Antigone
In una Tel Aviv militarizzata, dove lo stato d’emergenza è diventato norma e le leggi marziali soffocano ogni dissenso, due fratelli cadono durante una sommossa nei territori occupati. Uno indossa l’uniforme dell’esercito israeliano, l’altro combatte per la libertà dei palestinesi. Uno viene celebrato come martire di Stato. L’altro, dichiarato traditore, resta abbandonato in una strada di Jenin, il corpo crivellato e insepolto, come ammonimento.
Lei si chiama Antigone. È giovane, israeliana, cresciuta a Tel Aviv tra esercitazioni scolastiche e propaganda normalizzata. Ma è anche sorella. E disobbedisce. Sfida il governo, attraversa il muro, recupera quel corpo scomodo. Lo lava, lo piange, lo seppellisce. Compie un gesto proibito, umano, irriducibile.
Viene arrestata. Interrogata. Processata. Isolata in un carcere di massima sicurezza con l’accusa di “collaborazionismo”, “vilipendio alla nazione”, “istigazione al tradimento”.
Ma in un paese dove ogni schermo è una trincea, l’eco del suo gesto si propaga: nei telefonini, nelle dirette clandestine, nelle strade che ancora resistono. Il suo atto di pietà diventa virus, fiamma, memoria. In una società ipercontrollata, dove ogni voce dissidente viene spenta, Antigone non tace: arde.
Il suo volto diventa murales. Il suo nome, slogan. Il suo corpo, simbolo.
E anche nella morte, Antigone vince. Perché la coscienza precede la legge. Perché l’amore è più forte della propaganda. Perché ricordare chi si è è già un atto rivoluzionario.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Davide Cioci, Chiara Palumbo, Fabrizio Bruno, Maria Teresa Deligio, Marta Massucco, Sara Santucci
Audio e luci di Filippo Borgia
17/04/2026 o 18/04/2026 – Milano
Casting Antigone
Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo in italiano
Verranno ricontattati solo i profili ritenuti idonei.
Scadenza per invio candidature: 08 giugno, con convocazione per audizione live il 16 giugno.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
Rosaruggine
Quattro amiche vivono insieme in un appartamento a San Lorenzo, mentre studiano alla Sapienza. Condividono lo spazio, i vestiti, il frigo e le ferite.
È il 25 novembre. Fuori, la città rumoreggia: gli slogan, la rabbia. Dentro, la cucina è ferma.
La domanda è semplice, ma brucia: andiamo o restiamo?
C’è chi non ha mai parlato, chi non ha mai smesso, e chi sta imparando ad ascoltarsi.
C’è un vestito stropicciato su una sedia, una sigaretta che non si accende, un dolore che ha un nome finché non si trova il coraggio di pronunciarlo.
Ma le parole insorgono, e l’insurrezione è nei dettagli: un trucco sbavato, un piatto rotto, un messaggio lasciato in sospeso.
Rosaruggine è un dramma da interni, carnale e poetico, sospeso tra desiderio, paura e rabbia.
Un teatro intimo e feroce, dove ogni gesto quotidiano si carica di significato, dove il corpo è il primo atto politico.
Non si urla per forza: a volte si sussurra, altre si tace, altre ancora si trema.
Una liturgia laica e sensuale sulla sorellanza, sull’ascolto e sulla possibilità di riscrivere la propria storia, insieme.
Perché ogni rivoluzione comincia da un gesto. Un mascara colato. Un silenzio rotto. Anche in cucina.
Scritto da Miriam Magalla
Regia di Antonio Roma
Con Alice Diamanti, Denise Cimino, Miriam Magalla, Sara Santucci
Audio e luci di Filippo Borgia
10/04/2026 o 11/04/2026 – Novara
Casting Rosaruggine
Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo
Verranno ricontattati solo i profili ritenuti idonei.
Scadenza per invio candidature: 30 maggio.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
Rosaruggine

The End is not the end

The End is not the end
Jim Morrison non è più un uomo. È un mito intrappolato nel proprio corpo, un poeta in esilio dentro una stanza che si contorce tra l’America e Parigi, tra il tempo e l’eternità. La pièce esplora l’ultima notte del frontman dei Doors, ma anche tutte le sue notti precedenti: quelle infuocate sul palco e quelle illuminate dalle parole che nessuno voleva ascoltare davvero. Un’indagine teatrale e visionaria sull’identità, sulla libertà e sull’arte come forma estrema di resistenza e resilienza. Il corpo di Jim si spegne, ma la sua voce continua a bruciare nel buio. Perché The End non è davvero la fine.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Andrea Ciampi, Antonio Roma, Elena Sisti, Jacopo Spunton, Linda Caterina Fornari
Audio e luci di Filippo Borgia
Casting The End is not the end
Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo in italiano
Verranno ricontattati solo i profili ritenuti idonei.
Scadenza per invio candidature: 08 giugno, con convocazione per audizione live il 16 giugno.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
La Lupa
Nel ventre della Madrid post-franchista del 1979, un fotografo italiano con un fratello morto di overdose incontra una ballerina andalusa con cicatrici emotive. I due si confidano attraverso i corpi e bruciano.
Ogni gesto è un atto sacro, ogni immagine un addio. Il loro amore non è salvezza, ma un rito carnale.
Lo spazio scenico – un monolocale disadorno – si fa organismo vivo, mentre suoni, odori, luci e desideri costruiscono una cattedrale intima. La Lupa è un poema visivo, erotico, struggente: una preghiera nuda pronunciata nel buio, quando l’unico modo per esistere è farsi ricordare con la pelle.
Attorno a loro si muovono ombre altrettanto brucianti: una figura travestita e passionale, un’esule cilena e il fratello poeta e spacciatore fuggito dal Cile. La Lupa è un racconto sensuale e crudele, dove l’amplesso è lingua e l’ideologia febbre. Una liturgia d’amore e morte.
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Andrea Ciampi, Antonio Roma, Lara Camparo, Sofia Luna Vittoria Quattrocchi
Audio e luci di Filippo Borgia
Casting La Lupa
Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo
Verranno ricontattati solo i profili ritenuti idonei.
Scadenza per invio candidature: 30 maggio.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
La Lupa

Sarajevo

Sarajevo
Un giovane fotografo parte con una videocamera e un sogno ingenuo: raccontare la guerra. Ma la guerra, quella vera, non si lascia raccontare senza lasciare cicatrici.
A Sarajevo condivide la quotidianità con due giornaliste disilluse, un’ex attrice diventata guida tra le rovine, un volontario pacifista. Scopre che raccontare non basta: Sarajevo è un corpo vivo, che chiede verità, presenza, dolore.
Ogni immagine è un dilemma etico. Ogni passo è un atto di sopravvivenza. In quel dolore incontenibile resta un’ostinazione fragile: cercare ancora la bellezza. Sarajevo è il diario smarrito di chi ha creduto che raccontare significasse salvare.
Un atto d’amore per la memoria, per chi resiste, per chi continua a guardare il mondo attraverso un obiettivo. Sperando che la luce, prima o poi, ritorni.
Una resa scenica che si costruisce come un reportage interiore: tra testimonianza civile e bisogno personale di capire.
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Antonio Roma, Sofia Luna Vittoria Quattrocchi
Audio e luci di Filippo Borgia
Casting Sarajevo
Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo in italiano
- Monologo in lingua straniera a scelta
Verranno ricontattati solo i profili ritenuti idonei.
Scadenza per invio candidature: 30 maggio.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
Apice
Ad Apice Vecchio le crepe dei muri raccontano più delle parole, le persiane cigolano come voci di donne anziane rimaste sole troppo a lungo. Elio ci torna con le ossa rotte di un matrimonio fallito e la voglia muta di sparire. Ma nel silenzio della casa dei nonni, tra mobili coperti e fotografie che sbiadiscono solo di giorno, qualcosa pulsa ancora.
Ana appare come appaiono i sogni veri: con i piedi scalzi, una valigia sdrucita e lo sguardo di chi ha attraversato troppi confini. È di Belgrado ed è la primavera del 1999.
Tra Elio e Ana non c’è passione. C’è qualcosa di più pericoloso: l’intimità di chi non pretende, ma riconosce. Un amore muto, fatto di bicchieri lasciati sul tavolo e respiri che si incontrano nel buio.
Il paese è un fantasma popolato da presenze che sembrano uscite da un film bruciato: un uomo che colleziona finestre rotte come fossero reliquie, e una donna con due bambini addosso come ali spezzate.
In questo spazio dimenticato da Dio e dalla burocrazia, Elio e Ana vivono un amore che non salva e non redime. Ma consola.
Un racconto sull’amore che non urla, sull’accoglienza che non chiede spiegazioni. Un’ode sensuale e polverosa alla possibilità di non dover ricominciare, ma semplicemente restare.
Cast in fase di definizione. Vuoi candidarti?
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- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo in italiano
Verranno ricontattati solo i profili ritenuti idonei.
Scadenza per invio candidature: 08 giugno, con convocazione per audizione live il 16 giugno.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
Apice

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