Le nostre produzioni sono al momento solo teatrali. In futuro diventeranno anche cinematografiche.
Il teatro non è mai solo individualità.
Che tu sia autore, regista, attore o che interpreti più ruoli contemporaneamente, è un’arte che vive e respira attraverso la collaborazione. Fin dal mio esordio, ho condiviso il percorso con Filippo Borgia, responsabile del suono e delle luci di ogni mio monologo, e con Alice Ponti, delle volte coautrice, altre assistente alla regia, sempre fotografa di scena.
Insieme, abbiamo fondato la nostra casa di produzione: Rise Up, perché si evolve. Si evolve sempre.
Dal 10 luglio 2024, tutti i nostri lavori teatrali e artistiche — e presto anche cinematografiche — portano dunque la firma Rise Up.
Il nostro teatro, che oggi si avvale della collaborazione di professionist* provenienti da tutta Europa, nasce dall’esperienza dei monologhi e del metodo sperimentale che alterna improvvisazione disciplinata a studio meticoloso del copione e affonda le radici nella Testimonianza, accolta con Empatia e Rispetto. Il fulcro di ogni produzione è la Parola, il mezzo più potente che un autore e un attore possano impugnare, capace di dare corpo e anima a ogni storia.
La nostra missione, ora come allora, è chiara: portare Consapevolezza.
Ogni monologo e ogni prosa che mettiamo in scena non è solo teatro, ma il frutto di un’analisi culturale, politica e sociale, un’espressione della complessità umana e di una pluralità di voci. Abbiamo rispetto per i classici, che abbiamo studiato, ma in scena portiamo la nostra scrittura nella speranza che un giorno abbia, proprio come i classici, la capacità di essere al contempo memoria e luce per dipanare il buio dell’attualità.
In altre parole: vogliamo creare uno spazio di riflessione profonda, dove chi ascolta possa riconoscersi e, forse, trasformarsi.
Rise Up non è solo una casa di produzione. È un invito a guardare oltre, a esplorare nuove prospettive e a costruire insieme un dialogo che sia sempre autentico e aperto al cambiamento.
Ago & Filo
Arturo e Sofia, padre e figlia, vivono in equilibrio precario, legati da fili sottili che il dolore ha reso tesi. Dopo la morte della madre, la casa è cambiata: si è svuotata di parole e riempita di silenzi.
Arturo intraprende una relazione occasionale con Elettra, sorella maggiore della migliore amica di sua figlia. Quando Sofia scopre il segreto, la quotidianità si lacera.
Nel tentativo di ricucire ciò che sembra perduto, emergono rabbie sopite, carezze in ritardo, parole nuove. Ago & Filo è il racconto intimo e affilato di un amore imperfetto, che inciampa ma resiste. Un padre e una figlia si trovano costretti a reinventarsi, diventando adulti insieme.
Un’opera delicata e sincera sull’essere genitori, figli, e sul coraggio di riallacciare un legame quando sembra ormai destinato a sfilarsi.
Un lavoro di precisione emotiva, che racconta l’intimità del lutto con tenacia e pudore e la trasformazione dei legami familiari con delicatezza e misura.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Denise Cimino, Perla Maccari e Rachele Cerami
Audio e luci di Filippo Borgia
25/09/2024 – Teatro Faraggiana, Via dei Caccia, 1F Novara (NO)
16/11/2025 – Alta Luce Teatro, Alzaia Naviglio Grande 190 Milano (MI)
Mary Lou
Chiara vive chiusa in una stanza. Forse è una clinica, forse un sogno. Forse è solo la sua mente.
Attorno a lei si muovono presenze ambigue: Giada e Greta, complici e spettatrici; Louis, un amore perduto e onnipresente; lo psichiatra, figura di cura o di inganno.
I confini tra realtà e immaginazione si sfaldano, e ogni dialogo è un riflesso deformato: Mary Lou è un viaggio allucinato tra trauma e oblio, dolore e desiderio, dove tempo e identità implodono e la narrazione si piega su se stessa.
Il mondo non crolla: è il fragile equilibrio interiore di una donna a cedere.
Un dramma psichico ed erotico dove corpo e memoria si fondono in un’allucinazione scenica lucida e vertiginosa.
Una partitura teatrale sospesa tra sogno e delirio, dove la scena diventa un organismo mentale, tra voce, carne, incubi.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Antonio Roma, Arianna Scotti, Fabiana Iannicelli, Rebecca Konate
Audio e luci di Filippo Borgia
14/11/2025 – Alta Luce Teatro, Alzaia Naviglio Grande 190 Milano (MI)
12/12/2025 o 13/12/2025 – Sala Crespi, Piazzale dei Lavoratori 2 Cerano (NO)
Nebbia
Nebbia è un monologo a due voci che attraversa l’Alzheimer con pudore e poesia. Da un lato, chi si perde. Dall’altro, chi resta.
Ma l’affetto – anche se dimenticato – continua a esistere.
Tra frammenti di lucidità, gesti ripetuti e silenzi carichi di attesa, prende forma un racconto intimo e universale. La scena si fa abbraccio, il teatro diventa rifugio. In un tempo che ha fretta, Nebbia invita a rallentare, a riconoscere l’umanità nei vuoti, nei piccoli atti di cura.
Un testo intenso, minimale, profondo, che trova nella sottrazione la sua forza scenica, capace di accendere empatia là dove la luce sembra spegnersi.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Audio e luci di Filippo Borgia
20/06/2025 – Evento di presentazione
19/09/2025 o 20/09/2025 – Musica Nova, via Marie Curie 6, Novara (NO)
Corpi
L’arrivo di Valentina, ex allieva inquieta di Vittoria, accende un gioco mentale e fisico che spezza ogni equilibrio. Iris, attrice idealizzata, incarna il desiderio e la competizione. Giacomo, attore invisibile, sogna di essere visto.
Tutto si frammenta: corpi, identità, affetti. Tra narcisismi, tradimenti, relazioni consumate e consumanti, si disegna il ritratto di una società dove l’amore è sostituito dal desiderio e i sentimenti sono merci.
Il confronto finale, come uno specchio infranto, rivela verità inconfessabili.
Un dramma intimo e carnale sulla vulnerabilità, l’ambizione e la fine dell’amore come lo conoscevamo.
Una drammaturgia contemporanea che alterna realismo e tensione sensuale, con un impianto visivo ispirato al linguaggio cinematografico.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Alice Diamanti, Antonio Roma, Lorenzo Biagiotti, Lara Camparo
Audio e luci di Filippo Borgia
09/10/2025 – Sala Crespi, Piazzale dei lavoratori 2 Cerano (NO)
10/10/2025 – Teatro Alta Luce, Alzaia naviglio grande 190 Milano (MI)
11/10/2025 – Teatro Alta Luce, Alzaia naviglio grande 190 Milano (MI)
12/10/2025 – Teatro Alta Luce, Alzaia naviglio grande 190 Milano (MI)
14/10/2025 – Teatro De’ Servi, Via del Mortaro 22 Roma (RM)
15/10/2025 – Teatro De’ Servi, Via del Mortaro 22 Roma (RM)
Beatnik
A Milano, il Beatnik non è solo un ristorante: è un confessionale laico, un rifugio erotico e disperato dove anime stanche si sfiorano senza salvarsi.
Pep è pieno di debiti. Fran è incinta. Federico insegna letteratura, la moglie lo ha lasciato e vorrebbe fare coming out con i suoi amici, ma ha paura di come la prenderebbero. Bea desidera chi – e ciò – che non può avere. Viola è sempre di buonumore, ma si imbottisce di pillole. Sta con Giulio, che ha rinunciato al tempo indeterminato per inseguire la musica, e la tradisce con Sole, che ha il cancro e aspetta una chiamata che non arriva mai.
Sono corpi in bilico, legati da fili invisibili, che si toccano, si feriscono, si amano senza redenzione.
Un racconto teatrale corale e crudele, dove la fragilità è linguaggio comune e il desiderio è una forma di resistenza.
Beatnik è l’affresco dolente di chi resta mentre il mondo si sbriciola.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Antonio Roma, Alexandra Lazazzera, Fabiana Iannicelli, Fabrizio Bruno, Sofia Luna Vittoria Quattrocchi, Vera Clemente
Audio e luci di Filippo Borgia
Mamma mi voleva professore
Un artista racconta, con passione e ironia, il tentativo di emergere come scrittore e regista in un Paese che considera la creatività un lusso, non una vocazione.
Attraverso una narrazione lucida e intensa, il protagonista ripercorre sogni sfiorati, occasioni mancate, porte chiuse. Non solo da parte di chi dell’arte non sa che farsene, ma anche da un ambiente culturale pigro, appagato, che guarda alla novità con sospetto.
Tra sarcasmo e delicatezza, prende forma il ritratto di un uomo che sceglie l’incertezza dei sogni all’inerzia della sicurezza, inseguendo un’utopia fatta di parole e bellezza.
La guerra in Bosnia, le delusioni artistiche, la tenacia del ricominciare: ogni aneddoto diventa un atto di resistenza, una dichiarazione d’amore per l’arte come unica verità possibile.
Un monologo intimo, poetico e civile, che afferma con forza il potere salvifico della memoria e della bellezza fragile – mai sterile – dell’arte.
Un racconto scenico che alterna confessione e invettiva, affidandosi alla sola forza della parola.
Scritto, diretto e interpretato da Antonio Roma
Audio e luci di Filippo Borgia
07/11/2025 o 08/11/2025 – Sala Crespi, Piazzale dei Lavoratori 2 Cerano (NO)
15/11/2025 – Alta Luce Teatro, Alzaia Naviglio Grande 190 Milano (MI)
La Lupa
Nel ventre della Madrid post-franchista del 1979, un fotografo italiano con un fratello morto di overdose incontra una ballerina andalusa con cicatrici emotive. I due si confidano attraverso i corpi e bruciano.
Ogni gesto è un atto sacro, ogni immagine un addio. Il loro amore non è salvezza, ma un rito carnale.
Lo spazio scenico – un monolocale disadorno – si fa organismo vivo, mentre suoni, odori, luci e desideri costruiscono una cattedrale intima. La Lupa è un poema visivo, erotico, struggente: una preghiera nuda pronunciata nel buio, quando l’unico modo per esistere è farsi ricordare con la pelle.
Attorno a loro si muovono ombre altrettanto brucianti: una figura travestita e passionale, un’esule cilena e il fratello poeta e spacciatore fuggito dal Cile. La Lupa è un racconto sensuale e crudele, dove l’amplesso è lingua e l’ideologia febbre. Una liturgia d’amore e morte.
Cast in fase di definizione. Vuoi candidarti?
Scopri comeCasting La Lupa
Cerchiamo 1 ruolo femminile e 1 maschile di età scenica compresa tra i 18 e i 25 anni, residenti o domiciliati in Lombardia o Piemonte o comunque con un appoggio su Novara e Milano.
Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo
Verranno ricontattati solo i profili ritenuti idonei.
Scadenza per invio candidature: 30 maggio.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
Sarajevo
Un giovane fotografo parte con una videocamera e un sogno ingenuo: raccontare la guerra. Ma la guerra, quella vera, non si lascia raccontare senza lasciare cicatrici.
A Sarajevo condivide la quotidianità con due giornaliste disilluse, un’ex attrice diventata guida tra le rovine, un volontario pacifista. Scopre che raccontare non basta: Sarajevo è un corpo vivo, che chiede verità, presenza, dolore.
Ogni immagine è un dilemma etico. Ogni passo è un atto di sopravvivenza. In quel dolore incontenibile resta un’ostinazione fragile: cercare ancora la bellezza. Sarajevo è il diario smarrito di chi ha creduto che raccontare significasse salvare.
Un atto d’amore per la memoria, per chi resiste, per chi continua a guardare il mondo attraverso un obiettivo. Sperando che la luce, prima o poi, ritorni.
Una resa scenica che si costruisce come un reportage interiore: tra testimonianza civile e bisogno personale di capire.
Cast in fase di definizione. Vuoi candidarti?
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Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo in italiano
- Monologo in lingua straniera a scelta
Verranno ricontattati solo i profili ritenuti idonei.
Scadenza per invio candidature: 30 maggio.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
Rosaruggine
Tre amiche vivono insieme in un appartamento a San Lorenzo, mentre studiano alla Sapienza. Condividono lo spazio, i vestiti, il frigo e le ferite.
È il 25 novembre. Fuori, la città rumoreggia: gli slogan, la rabbia. Dentro, la cucina è ferma.
La domanda è semplice, ma brucia: andiamo o restiamo?
C’è chi non ha mai parlato, chi non ha mai smesso, e chi sta imparando ad ascoltarsi.
C’è un vestito stropicciato su una sedia, una sigaretta che non si accende, un dolore che ha un nome finché non si trova il coraggio di pronunciarlo.
Ma le parole insorgono, e l’insurrezione è nei dettagli: un trucco sbavato, un piatto rotto, un messaggio lasciato in sospeso.
Rosaruggine è un dramma da interni, carnale e poetico, sospeso tra desiderio, paura e rabbia.
Un teatro intimo e feroce, dove ogni gesto quotidiano si carica di significato, dove il corpo è il primo atto politico.
Non si urla per forza: a volte si sussurra, altre si tace, altre ancora si trema.
Una liturgia laica e sensuale sulla sorellanza, sull’ascolto e sulla possibilità di riscrivere la propria storia, insieme.
Perché ogni rivoluzione comincia da un gesto. Un mascara colato. Un silenzio rotto. Anche in cucina.
Scritto da Miriam Magalla
Regia di Antonio Roma
Con Alessia Sbarbaro, Denise Cimino, Miriam Magalla
Audio e luci di Filippo Borgia
La stanza nel vento
C’è una casa in Basilicata dove il vento entra anche quando le finestre sono chiuse. Una casa lasciata in eredità da un nonno. Diego ci arriva con una valigia rotta e un sogno che non osa dire ad alta voce.
Con lui: Marta, che non riesce più a salire su un palco senza tremare; Teresa, che danza solo quando è ubriaca; Luca, tecnico luci che odia il teatro e ama le ombre; e infine Bianca, una cantante che soffre d’insonnia e ha la voce graffiata dai sogni interrotti.
Non si cercano, si trovano. Non si amano, ma si tengono. In quella casa, dove i muri odorano di calce e rimpianti, decidono di provarci: fare una residenza artistica. O almeno, accendere una stufa.
Cucinano, fanno l’amore, litigano, ridono e nella stanza nel vento provano, falliscono, ricominciano.
Le crepe diventano coreografie. I silenzi, battute. I fallimenti, scene madri. Le notti si allungano come lenzuola stese, e l’alba non porta mai certezze.
Un racconto sul corpo che resiste, sull’amicizia come atto performativo, sull’arte come ultima forma d’amore.
Un affresco emotivo, polveroso, erotico, dove ogni dettaglio è memoria, e ogni voce è un modo per restare vivi. Anche solo per un’estate.
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Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo
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Scadenza per invio candidature: 30 maggio.
Mail: castingriseup@antonio-roma.com
Apice
Ad Apice Vecchio le crepe dei muri raccontano più delle parole, le persiane cigolano come voci di donne anziane rimaste sole troppo a lungo. Elio ci torna con le ossa rotte di un matrimonio fallito e la voglia muta di sparire. Ma nel silenzio della casa dei nonni, tra mobili coperti e fotografie che sbiadiscono solo di giorno, qualcosa pulsa ancora.
Anna appare come appaiono i sogni veri: con i piedi scalzi, una valigia sdrucita e lo sguardo di chi ha attraversato troppi confini. È ucraina.
Tra Elio e Anna non c’è passione. C’è qualcosa di più pericoloso: l’intimità di chi non pretende, ma riconosce. Un amore muto, fatto di bicchieri lasciati sul tavolo e respiri che si incontrano nel buio.
Il paese è un fantasma popolato da presenze che sembrano uscite da un film bruciato: un uomo che colleziona finestre rotte come fossero reliquie, e una donna con due bambini addosso come ali spezzate.
In questo spazio dimenticato da Dio e dalla burocrazia, Elio e Anna vivono un amore che non salva e non redime. Ma consola.
Un racconto sull’amore che non urla, sull’accoglienza che non chiede spiegazioni. Un’ode sensuale e polverosa alla possibilità di non dover ricominciare, ma semplicemente restare.
Cast in fase di definizione. Vuoi candidarti?
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Cerchiamo 1 ruolo femminile e 1 maschile di età scenica compresa tra i 20 e i 30 anni, residenti o domiciliati in Lombardia o Piemonte o comunque con un appoggio su Novara e Milano.
Come candidarsi?
- Selftape di presentazione (max 3 min)
- Foto (primo piano e figura intera)
- CV artistico aggiornato
- Monologo in italiano
- Monologo in ucraino
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