Ago & Filo

Ago & Filo
Arturo e Sofia, padre e figlia, vivono in equilibrio precario, legati da fili sottili che il dolore ha reso tesi. Dopo la morte della madre, la casa è cambiata: si è svuotata di parole e riempita di silenzi. Arturo intraprende una relazione occasionale con Elettra, sorella maggiore della migliore amica di sua figlia. Quando Sofia scopre il segreto, la quotidianità si lacera. Nel tentativo di ricucire ciò che sembra perduto, emergono rabbie sopite, carezze in ritardo, parole nuove. Ago & Filo è il racconto intimo e affilato di un amore imperfetto, che inciampa ma resiste. Un padre e una figlia si trovano costretti a reinventarsi, diventando adulti insieme. Un’opera delicata e sincera sull’essere genitori, figli, e sul coraggio di riallacciare un legame quando sembra ormai destinato a sfilarsi. Un lavoro di precisione emotiva, che racconta l’intimità del lutto con tenacia e pudore e la trasformazione dei legami familiari con delicatezza e misura.
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Denise Cimino, Perla Maccari e Rachele Cerami
Audio e luci di Filippo Borgia
Nebbia – Ti ricordi di noi?
Cosa resta quando la memoria si sbriciola tra le dita? Nebbia è un monologo a due voci che attraversa l’Alzheimer con pudore, poesia e verità. Da un lato, chi si perde. Dall’altro, chi resta. Ma l’affetto – anche se dimenticato – continua a esistere. In scena, due presenze che si cercano attraverso il tempo, nel tentativo di ricostruire un’identità che sfuma. Tra frammenti di lucidità, gesti ripetuti, oggetti simbolici e silenzi carichi di attesa, prende forma un racconto intimo e universale. La scena si fa abbraccio, il teatro diventa rifugio, spazio di cura, rito della presenza. In un tempo che ha fretta e dimentica, Nebbia invita a rallentare, a riconoscere l’umanità nei vuoti, nei piccoli atti di attenzione, nelle mani che tremano e nei nomi che svaniscono. Un testo intenso, minimale e profondo, che trova nella sottrazione la sua forza scenica e nell’essenzialità del gesto la sua potenza emotiva. Capace di accendere empatia là dove la luce sembra spegnersi, Nebbia è una dichiarazione d’amore per ciò che resiste all’oblio: il contatto, la presenza, la promessa muta di restare.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Aiuto regia di Alessandro Carfagna
Con Fabrizio Bruno e Marta Massucco
Audio e luci di Filippo Borgia
19/09/2025 – Novara
15/11/2025 – Milano
16/11/2025 – Milano
Nebbia

Corpi

Corpi
In un attico milanese si celebra la danza silenziosa di una crisi tra una coppia di amanti: Pietro, regista affermato in crisi creativa, e Vittoria, insegnante di psicologia, convivono un amore che unisce solo per mostrare quanto li separi. L’arrivo di Valentina, ex allieva inquieta di Vittoria, accende un gioco mentale e fisico che spezza ogni equilibrio. Iris, attrice idealizzata, incarna il desiderio e la competizione. Giacomo, attore invisibile, sogna di essere visto. Tutto si frammenta: corpi, identità, affetti. Tra narcisismi, tradimenti, relazioni consumate e consumanti, si disegna il ritratto di una società dove l’amore è sostituito dal desiderio e i sentimenti sono merci. Il confronto finale, come uno specchio infranto, rivela verità inconfessabili. Un dramma intimo e carnale sulla vulnerabilità, l’ambizione e la fine dell’amore come lo conoscevamo. Una drammaturgia contemporanea che alterna realismo e tensione sensuale, con un impianto visivo ispirato al linguaggio cinematografico.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Adattamento a cura di Antonio Roma
con la collaborazione di Alessandro Carfagna, Denisa Dracea e Sofia Visaggio
Aiuto regia di Alessandro Carfagna
Con Alessandro Carfagna, Antonio Roma, Claudia Carrese, Fabiana Iannicelli, Sofia Luna Vittoria Quattrocchi
Audio e luci di Filippo Borgia
11/10/2025 – Milano
14/10/2025 – Roma
15/10/2025 – Roma
Mamma mi voleva professore
Un artista racconta, con passione e ironia, il tentativo di emergere come scrittore e regista in un Paese che considera la creatività un lusso, non una vocazione. Attraverso una narrazione lucida e intensa, il protagonista ripercorre sogni sfiorati, occasioni mancate, porte chiuse. Non solo da parte di chi dell’arte non sa che farsene, ma anche da un ambiente culturale pigro, appagato, che guarda alla novità con sospetto. Tra sarcasmo e delicatezza, prende forma il ritratto di un uomo che sceglie l’incertezza dei sogni all’inerzia della sicurezza, inseguendo un’utopia fatta di parole e bellezza. In scena, con lui, una donna: testimone, complice e antagonista, attraversa lo stesso sogno, lo stesso disincanto. Si incontrano, si innamorano, si perdono, si ritrovano. La guerra in Bosnia, le delusioni artistiche, la tenacia del ricominciare: ogni aneddoto diventa un atto di resistenza, una dichiarazione d’amore per l’arte come unica verità possibile. La loro storia, personale e professionale, si intreccia fino a farsi specchio delle contraddizioni del presente. Un dialogo a due voci, poetico e civile, che afferma con forza il potere salvifico della memoria e della bellezza fragile – mai sterile – dell’arte. Un racconto scenico che alterna confessione e invettiva, affidandosi alla sola forza della parola.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Fabrizio Bruno e Vera Clemente
Audio e luci di Filippo Borgia
06/02/2026 – Novara
14/03/2026 – Sondrio
28/03/2026 – Roma
Mamma mi voleva professore

Beatnik

Beatnik
A Milano, il Beatnik non è solo un ristorante: è un confessionale laico, un rifugio erotico e disperato dove anime stanche si sfiorano senza salvarsi. Bruno è pieno di debiti. Fran è incinta. Federico insegna letteratura, la moglie lo ha lasciato e vorrebbe fare coming out, ma ha paura di come la prenderebbero i suoi amici. Bea desidera chi – e ciò – che non può avere. Viola è sempre di buonumore, ma si imbottisce di pillole. Sta con Rocco, che ha rinunciato al tempo indeterminato per inseguire la musica, e la tradisce con Sole, che ha il cancro e aspetta una chiamata che non arriva mai. Sono corpi in bilico, legati da fili invisibili, che si toccano, si feriscono, si amano senza redenzione. Un racconto teatrale corale e crudele, dove la fragilità è linguaggio comune e il desiderio è una forma di resistenza. Beatnik è l’affresco dolente di chi resta mentre il mondo si sbriciola.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Antonio Roma, Alexandra Lazazzera, Davide Cioci, Fabiana Iannicelli, Fabrizio Bruno, Sofia Luna Vittoria Quattrocchi, Vera Clemente
Audio e luci di Filippo Borgia
16/01/2026 – Novara
30/01/2026 – Milano
La stanza nel vento
C’è una casa abbandonata, in cima a un paese del Sud che sembra sul punto di franare nel mare. Un paese che odora di salmastro, ginestre e superstizione. La casa è nuda, sbrecciata, bellissima. E viva. L’ha ereditata Enea da un nonno che parlava poco, ma che faceva le marmellate di fico. Il vento entra sempre. Non bussa. Si infila sotto le porte, passa attraverso le fessure. Sa di resina e passato. E invade tutto, anche i pensieri. Enea arriva con le spalle piegate e lo stomaco vuoto. Ha fallito. Il suo debutto teatrale a Milano è stato un disastro. E con lui, è crollato tutto: la compagnia, i sogni. Ma se crolla tutto, almeno ci si tiene. Non per amore, ma per fame di corpi vicini. Non hanno un piano. Solo una stufa rotta da sistemare e un’idea sgangherata: trasformare quella casa dimenticata in un teatro. Un teatro vero, fatto di prove, di errori, di carne. Una residenza artistica senza fondi e senza certezze, dove l’unica cosa garantita è che manca l’acqua calda. Cucinano male, ma insieme. Fumano troppo. Litigano, si sfiorano, si prendono, si mollano. Fanno l’amore nei posti sbagliati. Sotto le finestre spalancate. Tra le scope. E poi provano, con le crepe della casa che diventano scenografie, e i silenzi che si trasformano in battute. I fallimenti, in scene madri urlate con le vene gonfie. Le notti non finiscono mai. Si srotolano come lenzuola stese sui fili arrugginiti, bagnate di sudore e malinconia. È un’estate che sa di mirto, ricordi e ferite, in cui la vita stessa si fa atto performativo. Dove ogni giorno è un tentativo disperato di fare arte per restare vivi. È un affresco erotico, emotivo, stropicciato. Dove ogni gesto è memoria. E ogni voce, un modo per dire: io sono ancora qui. E questa casa, questo teatro nato dalla rovina, ne sarà la prova.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Alexandra Lazazzera, Amy Locci, Antonio Roma, Arturo Farina, Lorenzo Biagiotti, Vera Clemente
Audio e luci di Filippo Borgia
06/03/2026 o 07/03/2026 – Novara
13/03/2026 – Milano
La stanza nel vento

Antigone

Antigone
In una Tel Aviv militarizzata, dove lo stato d’emergenza è diventato norma e le leggi marziali soffocano ogni dissenso, due fratelli cadono durante una sommossa nei territori occupati. Uno indossa l’uniforme dell’esercito israeliano, l’altro combatte per la libertà dei palestinesi. Uno viene celebrato come martire di Stato. L’altro, dichiarato traditore, resta abbandonato in una strada di Jenin, il corpo crivellato e insepolto, come ammonimento. Lei si chiama Antigone. È giovane, israeliana, cresciuta a Tel Aviv tra esercitazioni scolastiche e propaganda normalizzata. Ma è anche sorella. E disobbedisce. Attraversa il muro, recupera quel corpo scomodo. Lo lava, lo piange, lo seppellisce. Compie un gesto proibito, umano, irriducibile. Viene arrestata. Interrogata. Processata. Ma in un paese dove ogni schermo è una trincea, l’eco del suo gesto si propaga. Il suo atto di pietà diventa virus, fiamma, memoria. Antigone non tace: arde. Il suo volto diventa murales. Il suo nome, slogan. Il suo corpo, simbolo. Perché la coscienza precede la legge. Perché l’amore è più forte della propaganda. Perché ricordare chi si è è già un atto rivoluzionario.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Davide Cioci, Fabrizio Bruno, Marta Massucco, Sara Santucci, Vera Clemente
Audio e luci di Filippo Borgia
20/03/2026 o 21/03/2026 – Novara
17/04/2026 – Milano
Sarajevo
Un giovane fotografo parte con una videocamera e un sogno ingenuo: raccontare la guerra. Ma la guerra, quella vera, non si lascia raccontare senza lasciare cicatrici. A Sarajevo condivide la quotidianità con due giornaliste disilluse, un’ex attrice diventata guida tra le rovine, un volontario pacifista. Scopre che raccontare non basta: Sarajevo è un corpo vivo, che chiede verità, presenza, dolore. Ogni immagine è un dilemma etico. Ogni passo è un atto di sopravvivenza. In quel dolore incontenibile resta un’ostinazione fragile: cercare ancora la bellezza. Sarajevo è il diario smarrito di chi ha creduto che raccontare significasse salvare. Un atto d’amore per la memoria, per chi resiste, per chi continua a guardare il mondo attraverso un obiettivo. Sperando che la luce, prima o poi, ritorni. Una resa scenica che si costruisce come un reportage interiore: tra testimonianza civile e bisogno personale di capire.
Scritto da Antonio Roma
Regia di Antonio Roma
Con Alessandro Carfagna, Alexandra Lazazzera, Antonio Roma, Vera Clemente
Audio e luci di Filippo Borgia
Sarajevo


