Buongiorno, è martedì 27 settembre e il caffè è amaro, com’ adda’ essere – direi che, a furia di ripetervelo, questo è diventato un incipit collaudato.
Ieri ho condiviso con voi le prime considerazioni post voto, ma ce ne sarebbero molte altre. Eccone alcune in ordine sparso…
- La coalizione di CDX ha vinto le elezioni, ha la maggioranza in Parlamento, esprimerà il nuovo governo e sceglierà il nome del Presidente del Consiglio. Ora, se le cose dovessero andare come sembrerebbe, Giorgia Meloni sarebbe la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana.
- Giorgia Meloni sarebbe però anche la prima dalle posizioni e dalla storia davvero di destra radicale a diventare Presidente del Consiglio perché nelle precedenti vittorie del CDX il Presidente è sempre stato Silvio Berlusconi, leader di un partito, Forza Italia, che, per quanto criticabile sotto molti aspetti, è sempre stato atlantista ed europeista.
- Una cosa è vincere le elezioni, un’altra accordarsi per governare, un’altra ancora durare. Meloni ha cannibalizzato il consenso di Lega e Forza Italia ma non può governare da sola, davvero Berlusconi e Salvini si faranno andare bene ogni sua decisione o pretenderanno qualcosa in cambio della fiducia? La coesione dentro il CDX non è cosa scontata.
- Il Pd ha perso consenso nei sondaggi nel momento in cui ha cominciato a parlare di voto utile come il solo argine all’affermazione della destra radicale. Forse valeva la pena dedicare energie e tempo a parlare di programma. Forse valeva la pena avere un programma.
- Salvini e Letta sono senza ombra di dubbio gli sconfitti di queste elezioni, ma c’è chi è riuscito a fare peggio di loro: Di Maio. Il nostro Ministro degli Esteri è riuscito non solo a disperdere quanto costruito negli anni, ma a passare dalla guida del M5S e dal ricoprire un ruolo cardine quale quello di Ministro degli Esteri a prendere meno dell’1% e perdere anche all’uninominale a casa sua. E questa volta non vale la locuzione Nemo propheta in patria.
Conclusione: la Meloni alle ultime elezioni prendeva meno del 2%. Ciò porta ad altre due considerazioni…
- La politica italiana contemporanea è fluida come il ranking ATP da quando impediscono a Nole di giocare la metà dei tornei, chi è in testa oggi potrebbe non entrare in Parlamento domani e viceversa.
- Senza nulla togliere alla capacità di Meloni di convincere gli italiani, è il momento che ogni progressista si faccia un esame di coscienza.
Ce verimm riman, stàteve buòno!