Buongiorno, è lunedì 26 settembre e il caffè è amaro, com’ adda’ essere, non mi stancherò mai di ripetervelo…
Oggi però non è solo il caffè ad essere davvero molto amaro, anche l’umore.
Giorgia Meloni ha vinto le elezioni.
Ora, premesso che in Democrazia ognuno può votare chi vuole, credo davvero che peggio di così non potesse andare.

Alcune considerazioni post voto in ordine sparso.

Prima considerazione: chi ha davvero perso le elezioni sono Lega e Pd.
Di analizzare il 9% della Lega non ho voglia. Nonostante Salvini alle 23, quando ancora non c’erano nemmeno le proiezioni, ringraziasse su Twitter gli elettori del CDX, la Lega ha preso il 9%. Aveva il 40%. Qualcuno dovrebbe fargli notare che la sua conversione al cattolicesimo pre voto e le sue felpe non hanno convinto nemmeno il Nord Est.

In merito al Pd. Letta e i suoi dirigenti dovrebbero farsi più di una domanda. Sulla coalizione mancata con Conte e il M5S e su una campagna elettorale nella quale non si è mai parlato di programma ma ci si è limitati a dire frasi come “un voto non dato a noi è un voto a Giorgia Meloni”.
La sensazione, Enrico, è che un voto a Conte e al M5S sia stato un voto a Conte e al M5S e che un voto al Terzo Polo sia stato un voto al Terzo Polo e non un voto a Giorgia Meloni, Berlusconi e l’altro.

Seconda considerazione: affluenza. Come diceva Francesco Costa a inizio mese in quel di Morning (consiglio l’ascolto di Tienimi Morning da Faenza – con Matteo Bordone che, a differenza dell’altro Matteo, è cosa buona e giusta): risparmiateci il piagnisteo. I soli responsabili sono i politici che ancora una volta hanno impedito ai fuori sede di votare e non hanno cambiato una legge elettorale che è davvero qualcosa di indecente.

Terza considerazione: Adriano Sofri scrive sui social un pensiero che le forze progressiste di questo Paese dovrebbero leggere…
“L’occidente migliore è fuori dall’occidente. Nelle giovani iraniane che liberano i capelli e vengono assassinate per questo. L’Europa migliore è fuori dall’Europa. Nei giovani ucraini che ne sventolano la bandiera. O in una giovane pakistana che le è arrivata dentro e viene assassinata dai suoi – i suoi… Per capire chi siamo, o almeno chi non siamo, chi non siamo più, bisogna guardare a chi non è ancora come noi, e immagina che noi siamo come lei immagina.”

Ce verimm riman, stàteve buòno!