9 anni fa, oggi, 368 persone morivano a largo di Lampedusa. 9 anni fa, oggi, centinaia di donne, uomini, bambini, videro la loro vita spezzarsi di fronte al sogno, quasi palpabile, di poter raggiungere l’Italia, l’Europa, e ricominciare lì una vita. Erano madri, padri, figli che avevamo deciso di recidere le loro radici nella speranza di piantare sementi più feconde in una nuova terra. Una nuova terra però che, purtroppo, non conosceranno mai.
Il 3 ottobre 2013 un enorme rogo divampa e ricopre il ponte da dove centinaia di somali ed eritrei potevano già vedere, e quasi assaporare, la vicinissima isola di Lampedusa. I migranti speravano di farsi notare meglio attraverso il segnale luminoso dato da una coperta incendiata ma le fiamme non si sono fermate al pezzo di stoffa e in pochi secondi hanno soffocato tutto ciò che si trovava attorno: il barcone e le vite che lo popolavano.
Ora voi immaginate di essere ad un passo dal vostro obiettivo e vederlo sfumare insieme alla vostra vita. Immaginate di aver salutato le persone care, di aver lasciato tutto, di aver affrontato un viaggio che vi ha portati allo stremo e morire quando la costa tanto attesa è lì, a portata di mano…
La storia si ripete se le consentiamo di ripetersi
Credo che nessuno possa immaginare il dolore provato da chi è sopravvissuto… ma possiamo evitare che la storia si ripeta. Come? Agendo, abbattendo i muri dell’indifferenza e dell’indignazione che dura il tempo di un tweet, acquisendo consapevolezza che la soluzione non è, non lo è mai stata e mai lo sarà chiudere i porti e alzare barriere.
Scegliamo l’Empatia, il Rispetto, l’Accoglienza. Scegliamo una Politica degna di maiuscola, coltiviamola, facciamola rinascere e crescere. Siamo Umani e i Diritti Umani devono essere di tutti.
Ce verimm riman, stàteve buòno!