Buongiorno, è giovedì 27 ottobre, il caffè è amaro, com’ adda’ essere, e state leggendo ‘Na tazzulella ‘e café… le note del mio iPhone.

Ci risiamo, neanche il tempo della fiducia al governo Meloni e siamo tornati indietro di anni, a Matteo Salvini ministro agli Interni. Il nuovo ministro Matteo Piantedosi (che nuovo non è, dato che è stato l’autore dei famigerati, tristemente noti, decreti sicurezza con il compagno di merende del Carroccio) non ha atteso un solo minuto per ricordarci che questo governo avrà tra le sue caratteristiche intrinseche il populismo e la demagogia. La voglia di attuare strategie che abbiamo come unico fine i beceri consensi.

Ma veniamo al punto. Che ha fatto Piantedosi?Piantedosi ha ordinato lo stop a due navi umanitarie (la Ocean Viking e la Humanityl con a bordo in totale circa 250 naufraghi) perché secondo il governo sarebbero “non in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale”.

“Scrive Maso Notarianni, attivista, su Domani: la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese aveva nel quasi totale silenzio ottenuto il risultato di fermare molte più navi umanitarie del suo predecessore Salvini, utilizzando cavilli burocratici per fermare le navi delle organizzazioni umanitarie. Si sarebbe potuto continuare su quella strada. Una strada orrenda, ovviamente, perché una nave in meno in mare significa centinaia di persone (donne, bambini, profughi) annegate e per di più nella pressoché totale indifferenza.

Invece il neoministro Piantedosi ci tiene molto a fare sapere che il disprezzo per i diritti umani, in primis quello alla vita, sono acqua fresca per lui e per il suo governo: “In Italia – ha detto la prima ministra Giorgia Meloni – non si entra illegalmente ma solo attraverso i decreti flussi”.”

Ora, considerando illegali gli ingressi dei naufraghi si violano tutte le leggi del mare, si violano i trattati internazionali, si viola il buon senso, ma soprattutto si violenta l’umanità.

“In nome di un pericolo del tutto inesistente, peraltro. Che paura possono fare mille e ottocento persone (quasi tutte salvate dalla Guardia Costiera, peraltro) in un paese di sessanta milioni di persone? Ma la realtà, fatta di morti annegati, di disperati in fuga che cercano pace o solo un futuro possibile, di bambini che muoiono di sete in mezzo al mare tra le braccia delle loro madri, evidentemente non conta.” Conta solo la propaganda, figlia di una sottocultura barbara e vigliacca. 

A Piantedosi e a questa gente mancano molte cose, a cominciare dall’Empatia e dallo studio che fanno sempre la differenza.

Il nostro Ministro dell’Interno perché la verità è che Ministro non solo di chi l’ha votato ma anche di chi come me non lo ha votato, sembra non ricordare o non sapere che chi viene soccorso in mare non è un migrante irregolare, ma prima di tutto un naufrago. “E in quanto essere umano – dice Notarianni – è una persona che ha tutti i diritti di farsi conoscere e riconoscere. E se è un profugo ha il diritto di essere riconosciuto, e poi assistito, come tale.”

Piantedosi dovrebbe sapere – lo dicono innumerevoli sentenze – che chi scappa dalla Libia è un profugo, non un migrante irregolare. Scappa da un paese in guerra, scappa da stupri, torture e schiavitù.

Ancora una volta siamo di fronte a un mare, il Mediterraneo, che somiglia più a un cimitero e la cosa che fa più male è che la responsabilità non è solo di Salvini e Piantedosi, ma di un’Italia fatta di gente sempre più incapace di indignarsi, se non per il tempo di un tweet, a ciò che le accade attorno, un’Italia assuefatta che d’estate non prende posizione perché ha più importanza l’ombrellone e in autunno nemmeno perché è quasi ora del panettone. 

Diceva Appino degli Zen: gli altri siamo noi, gli altri siamo tutti… e proprio questo mi spaventa, siamo diventati brutti! 

Ce verimm riman, stàteve buòno!