“Italiani si nasce ma anche si diventa. E non per questo si è meno italiani”
Buongiorno, è mercoledì 26 ottobre, il caffè è amaro, com’ adda’ essere, e state leggendo ‘Na tazzulella ‘e café… le note del mio iPhone.
A differenza dei giornali italiani (e mi riferisco a tutti, indipendentemente dal fatto che facciano molto bene, solo decentemente o davvero male che farebbero meglio a non farlo il proprio lavoro), che aprono oggi con il discorso della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni; scelgo di dedicare il mio tempo, le mie dieci righe quotidiane che legge solo la mia mamma, alle parole del deputato Aboubakar Soumahoro e non a quelle della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Perché? Perché, come scrive Daniela Preziosi su Domani quello di Meloni è soltanto il solito comizio di destra: orgoglio post fascista, cancellazione della Resistenza, slogan sotto ai quali c’è il nulla, cabaret, lapsus razzisti; mentre le parole di Soumahoro perché sono parole dense e degne, capaci di leggere l’attualità e di raccontare un’Italia differente da quella che ha deciso di votare un governo post fascista, un’Italia migliore.
Il discorso di Aboubakar Soumahoro
Così il deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aboubakar Soumahoro si è rivolto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la discussione del voto di fiducia al nuovo governo alla Camera dei Deputati.
“Un cafone di nome Giuseppe Di Vittorio disse in questa stessa aula che la fame, la fatica e il sudore non hanno colore.
Oggi, da cafone, voglio parlare a nome di chi, fuori di qui e indipendentemente dal colore della pelle, conosce – come me – la fame, la fatica e il sudore. Di chi è precario, sfruttato, dimenticato, umiliato, marginalizzato, reso invisibile e scarto.
Oggi vogliamo anche parlare a nome di chi – come me – porta su di sé le cicatrici della violenza del razzismo e della discriminazione in base al colore della pelle, alla provenienza geografica, all’orientamento sessuale e alla diversa appartenenza religiosa.
Parliamo in nome di chi ha fame e di chi è discriminato perché la nostra bella Carta Costituzionale – sulla quale avete appena giurato fedeltà e che avete fretta di cambiare – è fondata sui valori dell’uguaglianza, della giustizia sociale, del rispetto dei Diritti Civili, dell’antirazzismo e dell’antifascismo.
Forse prima di voler stravolgere la nostra Costituzione, bisogna ricordare che, come diceva Sandro Pertini, dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza!
Antonio Gramsci diceva: l’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la Storia insegna, ma non ha scolari.
Noi, scolari della Storia e Resistenti alla gramigna dell’illusione, sappiamo che i Patrioti erano i Partigiani, che, come Gabriella Degli Esposti, hanno restituito onore all’Italia.
Oggi, non si può condannare il fascismo senza rendere omaggio ai Partigiani Patrioti che hanno scardinato il regime fascista che ha fatto precipitare il nostro Paese nell’abisso.
In un momento così difficile, per l’umanità ed in particolare per il nostro Paese e l’Europa, l’Italia ha bisogno del Patriottismo delle Partigiane e dei Partigiani. Del Patriottismo solidale e sociale; non di egoismi e individualismi. Del Patriottismo relazionale ed internazionalista; non dei sovranismi egoistici ed isolazionisti.
La grandezza dell’Italia si misurerà sulla capacità di mettere in pratica questo Patriottismo e di attuare la Politica che segue il principio di uguaglianza della nostra Carta Costituzionale: mettendo al centro i Diritti Sociali, i Diritti Civili e la tutela dell’ambiente, e dando risposte concrete a chi ha fame, a chi è afflitto dalla precarietà lavorativa, sociale e esistenziale, a chi è afflitto dal travaglio dell’anima come i nostri giovani, e a chi è discriminato.”
Se nel Pd ci fosse più gente come Aboubakar Soumahoro forse oggi ci saremmo risparmiati, come scrive Domani, 70 minuti di ovvietà trovate online per piacere un po’ a tutti, temi toccati con superficialità e slogan facili ed il solito ritornello “in Ue a testa alta”.
La speranza è che mio fratello Aboubakar non rimanga a lungo figlio unico perché convinto che esistano ancora gli sfruttati, i malpagati e i frustrati…
Ce verimm riman, stàteve buòno!