Spesso, senza nemmeno rendercene conto, ricordiamo un particolare avvenimento perché nella nostra mente abbiamo uno specifico fotogramma riconducibile all’accaduto. Si tratta della fatidica memoria fotografica che tanto si sente nominare quando si parla di studio e tecniche di memorizzazione. Alcuni sentono di averla molto sviluppata in maniera innata, altri sono convinti che la memoria per immagini non sia proprio cosa loro, ma la verità è che un po’ di memoria fotografia è presente in ognuno di noi, tutto sta nel saperla coltivare e farla crescere nel modo giusto.

Oggi a proposito di memorizzare attraverso le immagini parliamo di cambiamento climatico e di come la fotografia sta testimoniando lo stravolgimento di paesaggi e vite ogni giorno. Forse, fissando nella mente alcuni scatti degli scenari catastrofici a cui stiamo andando incontro, ci fermeremo un attimo in più a riflettere quando ci troveremo di fronte a scelte che hanno una ricaduta sull’ambiente.

Tra gli artisti che hanno deciso di dare un volto al cambiamento climatico troviamo Lynsey Addario, fotogiornalista americana che, grazie al supporto della National Geographic Society, ha realizzato un reportage in cui viene affrontato questo tema con un particolare focus sull’umanità legata all’argomento.

Qui di seguito analizziamo alcune foto del progetto.

Partiamo dalla prima. https://images.squarespace-cdn.com/content/v1/61ca3b4a4ce02f2c4e071072/1641056665895-ODOQVI1305WUSNCWCRUW/CALFIREWOMEN0014.jpeg

In questa foto, scattata in California, a primo impatto vediamo una donna, vigile del fuoco, da poco intervenuta in un incendio che, come ci suggerisce lo sfondo, è avvenuto in un bosco. Questa descrizione non è assolutamente errata, ma rappresenta una lettura superficiale dell’immagine. La peculiarità di questo scatto risiede nel volto della donna e nella sua postura. I lineamenti sono accentuati dalla fuliggine, lo sguardo è basso, gli occhi sono stanchi, le sopracciglia leggermente alzate e la bocca, anch’essa scurita dalla cenere, socchiusa. Madalyn, così si chiama la donna, si regge con la prima mano ad un bastone, probabilmente il manico di qualche strumento utilizzato per placare le fiamme, mentre con la seconda è appoggiata su un’altra superficie. Lynsey Addario punta il suo obiettivo sulla prossemica di questa donna, sulla componente umana dell’immagine. Lo capiamo dal contrasto tra i colori scuri dello sfondo e i toni più luminosi della figura in primo piano, così come dai dettagli ben visibili sul viso. Attraverso questa fotografia, la fotogiornalista americana esprime a pieno l’intento del suo progetto: mettere in luce il lato umano del cambiamento climatico.

Con il secondo scatto ci spostiamo nella parte meridionale del Sudan.
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Lo scenario che si apre di fronte a noi è quello di un villaggio, apparentemente abbandonato, sommerso dalle acque. Spostando lo sguardo al centro, verso il basso, notiamo che un fascio di luce evidenzia la presenza di un bambino. È immerso quasi fino al collo e sta provando a nuotare in quello che, purtroppo bisogna usare il passato, era il suo villaggio. Potrebbe sembrare che con questa immagine la fotografa si sia distaccata dal focus del suo reportage, la componente umana, ma in realtà non è così. Se guardiamo con attenzione la fotografia notiamo che i nostri occhi vengono guidati dal caldo colore dei pesci essiccati fino al ragazzino in acqua. Questo ci permette di focalizzarci prima di tutto sulla natura, sul paesaggio distrutto, ed arrivare infine a chi pagherà le conseguenza del disastro: il bambino, simbolo di tutte le persone del villaggio e, se vogliamo, del numero sempre maggiore di vite colpite dai mutamenti del clima.

Come ultima testimonianza visiva di disastri naturali e cambiamento climatico parliamo di una foto che arriva dal Brasile. https://images.squarespace-cdn.com/content/v1/61ca3b4a4ce02f2c4e071072/1641056536028-HM7FQAFSNDMVVP7LLVYB/amazon0003.jpeg

La descrizione è semplice: ci troviamo davanti ad una foresta disboscata, inquadrata dall’alto. E allora dov’è la cifra caratteristica del progetto? Dove possiamo cogliere l’umanità in questa fotografia? Ne parliamo subito. Nell’inquadratura, oltre al verde dei pochi alberi rimasti, spicca una linea, più o meno regolare, tendente all’arancione. Si tratta di una strada ed è proprio quest’ultima ad essere il focus dello scatto. Anche se nell’immagine non sono visibili in maniera vera e propria delle persone, in realtà possiamo percepirne la presenza. La strada, che risalta tra i tronchi tagliati, è simbolo dell’umanità che è passata di lì, un’umanità, però, che non è più vittima, come nel caso del bambino della foto precedente, ma carnefice. Ecco quindi, che anche in questo caso, attraverso una semplice linea di terra, la Addario riesce a farci percepire la componente umana, filo conduttore dell’intero reportage.

Siamo arrivati alla fine di questo articolo. Io vi ho parlato di tre degli scatti realizzati da Lynsey Addario sul cambiamento climatico ma se siete incuriositi e volete avere un’idea più completa del progetto vi lascio qui il link del suo sito.

Noi ci ritroviamo sempre qui, domenica 27 novembre con nuove fotografie di cui parlare.

Immortalate storie e raccontate Tenacia.
Al prossimo caffè fotografico.
Buona giornata.