Buongiorno, è lunedì 31 ottobre, il caffè è amaro, com’ adda’ essere, e state leggendo ‘Na tazzulella ‘e café… le note del mio iPhone.
Sui social c’è davvero spazio per tutti e ciascuno? È giusto che sia così?
ATTENZIONE SPOILER!
Queste saranno le domande, ve lo anticipo, che ci accompagneranno sul blog oggi, mercoledì e giovedì.
“THE BIRD IS FREED”
Elon Musk, amministratore delegato di Tesla, ha acquisito Twitter e, stando al suo primo tweet – “THE BIRD IS FREED” – dopo l’acquisizione, liberato l’uccellino.
Musk sceglie di definirsi “assolutista della libertà di parola”, una libertà che, però, molti interpretano come la rottura degli argini della moderazione dei contenuti. Nelle prime ore dopo il cambio ai vertici, scrive Giovanna Branca su Il Manifesto “si sono moltiplicati sulla piattaforma i tweet che testavano i nuovi e vasti confini della libertà di parola promessa dall’uomo più ricco del mondo: svastiche, insulti antisemiti, la parola con la n rivolta agli afroamericani”.
La reazione di Trump e del crociato con le scritte sulle felpe
“Sono felice che Twitter sia ora in mani assennate, e non venga più gestito dalla sinistra radicale”
dice Donald Trump, congratulandosi per l’ufficializzazione dell’acquisto della piattaforma da parte di Elon Musk, avvenuta nella notte fra giovedì e venerdì, limite ultimo imposto da un giudice per completare la scalata dell’uomo più ricco del mondo al social network con quasi 400 milioni di utenti.
Ma Trump non è il solo a manifestare entusiasmo per l’avvenuta, a lungo attesa e sperata, liberazione dell’uccellino… seguono alle sue parole quelle del crociato con le scritte sulle felpe Matteo Salvini che twitta così:
“grande giorno per la democrazia e la libertà. Adoro Elon Musk”.
Tra un lavandino e più di un licenziamento c’è di mezzo un tweet
Ma che ha fatto Elon Musk una volta diventato nuovo comandante in capo (e Ceo ad interim)?
Elon Musk ha licenziato seduta stante l’ex Ceo Parag Agrawal, la direttrice del dipartimento legale Vijaya Gadde, il Cfo Ned Segal e il consigliere generale Sean Edgett, scortato fuori dal quartier generale di Twitter.
Scrive sempre Giovanna Branca: “Tutto era cominciato il giorno precedente quando a fare il suo ingresso nella sede della piattaforma era stato lo stesso Musk, che ore prima dell’ufficializzazione dell’acquisto aveva innescato la frenesia mediatica aggiornando la bio sulla propria pagina Twitter, autoproclamandosi Chief Twit, e postando una lettera agli inserzionisti per rassicurarli sulla nuova rotta, in cui dichiara in tutta serietà di aver fatto questo passo
per tentare di aiutare l’umanità, che amo.
Kieley Taylor di Group -M (un’agenzia che rappresenta importanti brand nell’acquisto di inserzioni pubblicitarie) ha detto però al Wall Street Journal di avere già una decina di clienti che hanno chiesto alla sua azienda di sospendere le inserzioni su Twitter se l’account di Trump verrà riattivato come promesso da Musk.”
La compagnia nuovamente twittante dei bannati
Per ora l’ex presidente Usa, sospeso dopo l’assalto al Campidoglio, dice di continuare a preferire il suo Truth Social, ma è improbabile che non cerchi di tornare al più presto sul palcoscenico offerto da Twitter – specialmente in periodo elettorale. Intanto è riapparso sulla piattaforma il primo nome illustre dell’esercito dei bannati: il rapper Kanye West da ieri ha di nuovo il suo profilo, chiuso solo pochi giorni fa per dei tweet antisemiti – a cui ha fatto seguito un’adunata neonazista su un cavalcavia di Los Angeles con saluti romani e striscioni Kanye ha ragione sugli ebrei.”
Fra i tanti che potrebbero seguirlo presto anche l’ex stratega di Trump, Steve Bannon, il complottista di estrema destra Alex Jones, la deputata Qanonista Marjorie Taylor Greene.
Lo stesso Musk non ha fatto mistero del fatto che voterà repubblicano alle imminenti elezioni di midterm, e che per il 2024 sosterrebbe la candidatura di Ron De Santis, il governatore di estrema destra della Florida autore della cosiddetta legge Don’t Say Gay. E nella cordata che ha sostenuto la sua scalata a Twitter ci sono importanti donatori del Gop.”
Conclusione
In attesa di capire il reale pericolo rappresentato dalla concezione muskiana di libertà di parola applicata a uno dei più grandi social network del mondo, dall’Europa si fanno largo, sempre a colpi di cinguettii i primi moniti alla sua espansione senza confini. L’uccellino simbolo di Twitter nel vecchio continente volerà secondo le nostre regole, ha twittato Thierry Breton, commissario per il mercato interno della Ue, facendo riferimento al Digital Services Act: uno dei progetti di legge per aumentare i controlli sulla disinformazione e i contenuti illegali postati sulle piattaforme.
L’acquisizione è sintomo dell’ascesa dei nuovi magnati del 21esimo secolo che, con la mossa di Musk vengono definitivamente sguinzagliati, scrive il New York Times.
Ce verimm pescrài, stàteve buòno!