Buongiorno, è lunedì 17 ottobre, il caffè è amaro, com’ adda’ essere, e state leggendo ‘Na tazzulella ‘e café… le note del mio iPhone.
Ieri sera stavo ascoltando uno dei podcast che vorrei consigliarvi. Si chiama Un furto di quart’ordine, è di Luca Sofri e del Post. Ora, di questo e di molto altro in fatto di musica, podcast e romanzi vorrei parlarvene un giorno specifico della settimana, ma non sapendo ancora quale facciamo che ci riaggiorniamo…
Perché lo cito allora? Perché a metà più o meno della prima puntata c’è una canzone, si chiama Eve of Destruction ed è una canzone di protesta, scritta da P.F. Sloan nel 1965.

Breve storia di Eve of Destruction

Numerosi artisti l’hanno registrata, ma la versione più conosciuta è quella di Barry McGuire. La registrazione ebbe luogo fra il 12 ed il 15 luglio 1965 a Los Angeles, e fu pubblicata dalla Dunhill Records. I musicisti erano i migliori session men di Los Angeles: P.F. Sloan alla chitarra, Hal Blaine (dei Wrecking Crew di Phil Spector) alla batteria e Larry Knetchel al basso. La versione che fu pubblicata sul singolo era stata pensata come un demo di prova, e non una versione definitiva. Ma prima che si potesse registrare di nuovo il brano, il demo arrivò nelle mani di un DJ, che cominciò a suonarla, rendendola popolare. Considerato il successo immediato di quel brano provvisorio, McGuire non registrò un’altra versione della canzone.

You’re old enough to kill, but not for votin’

(Sei abbastanza grande per uccidere, ma non per votare) si riferisce al fatto che negli Stati Uniti, gli uomini potevano essere arruolati a 18 anni, ma non potevano votare prima dei 21 anni.
La canzone fa anche un riferimento alla città Selma (Alabama) dove si svolse una celebre manifestazione per i diritti civili.

Ah, you may leave here, for four days in space, but when you return, it’s the same old place

(Ah, tu puoi andartene da qui, per quattro giorni nello spazio, ma quando torni, è lo stesso vecchio posto) è un riferimento alla missione spaziale del giugno 1965 Gemini 4, che durò appunto quattro giorni.
Secondo Sloan, la frase The pounding of the drums the pride and disgrace (Il rullare dei tamburi, l’orgoglio e la vergogna) è collegata all’Assassinio di John F. Kennedy.

Ora, dalla guerra del Vietnam, qualche anno è trascorso, ma in Bosnia, Ruanda, Siria, oggi in Ucraina Violence flarin’, bullets loadin’, (la violenza esplode, i proiettili si caricano).

La guerra in Ucraina è cominciata il 24 febbraio del 2022 e Putin allora non l’aveva definita tale. Parlava di operazioni militari speciali, di voler combattere i nazisti e liberare l’Ucraina. La guerra del Cremlino era stata dichiarata contro il governo nazista di Kyiv, Putin aveva detto che la Russia sarebbe andata a denazificare l’Ucraina, i soldati ucraini erano stati identificati come nazisti. La propaganda in televisione descriveva l’operazione militare speciale come una lotta tra la Russia e il nazismo. Ieri, però, ad Astana, Putin ha parlato di operazione antiterrorismo. Gli ucraini non sono più nazisti, sono terroristi.

La sensazione – e non sto scoprendo l’acqua calda – è che non sia una questione di lessico e che Samantha Cristoforetti al ritorno sulla Terra abbia trovato lo stesso vecchio posto, senza alcuna etica o morale. 

A domani. Buona giornata.

Ce verimm riman, stàteve buòno!